
SEO copywriting a Napoli: intervista ad Anna Ventrella
SEO copywriting a Napoli: intervista ad Anna Ventrella per Pop Up Comunicazione
Bentrovati con le nostre interviste ai professionisti del web marketing. Oggi restiamo a Napoli per intervistare Anna Ventrella, SEO copywriter napoletana con la passione per il cinema. Vediamo cosa ha da dirci in merito al suo lavoro!
- Ciao Anna parlami di te e del tuo lavoro..
Ciao e grazie di avermi dato questa magnifica possibilità per parlare un po’ di me e del mio lavoro. Nella mia biografia di Linkedin ho descritto me stessa come una SEO Copywriter, blogger e scrittrice a “tempo conquistato”.
Ho scelto con attenzione queste due ultime parole per descrivere me stessa, in quanto scrivere per passione è qualcosa che mi devo conquistare molto spesso. Ma non manco di farlo. Per lavoro curo la comunicazione online, tramite l’ausilio di blog, social e altri mezzi di marketing, scritta di singoli professionisti e grandi aziende.
Il mio lavoro consiste nel dare voce ai loro pensieri, ma per l’online. Il più delle volte è davvero complesso, perché non sempre chi si ha di fronte è consapevole dell’obiettivo del blog o dei social, ma scelgono comunque di intraprendere questa strada perché sanno che altrimenti resterebbero indietro. Quindi, in un certo senso il mio lavoro è anche una sorta di “terapia psicologica”.
Devo scavare a fondo per capire cosa davvero vogliono comunicare al mondo esterno. È una sfida continua, fatta di alti e bassi e non si può evitare di “cavalcare entrambe le onde”. Sono molto determinata, e ho deciso di investire tutto su di me.
Ho trascorso molti anni a fare lavori differenti, non lo nascondo e non me ne vergogno. Dal cinema – come assistente alla regia – alla vendita, ho davvero accumulato molte esperienze e a volte grandi batoste.
Il mio settore non è semplice, e ancora non è apprezzato come dovrebbe, ma ho capito a suo tempo che era il mio futuro e così è stato.
Vedremo cosa succederà poi, credo che bisogna ancora crescere molto.
- Web Digital a Napoli: cosa significa svolgere un lavoro nel digitale in questa città? Che differenza noti nell’impostazione del lavoro tra clienti del nord e clienti del sud?
Bella domanda. E sai perché? Io ho provato ad andarmene per ben due volte da Napoli, una volta in Inghilterra, e una recentemente alle Canarie. Volevo scoprire da vicino se il famoso mito dell’espatriato fosse vero.
Ho scoperto – e in realtà confermato a me stessa – per la seconda volta, che sono più Italiana di quanto non credessi. Per carità amo viaggiare e conoscere il mondo e poi penso che rappresenti anche un vantaggio competitivo conoscere un mercato lavorativo differente da quello italiano, ma io sono Napoletana e devo essere fiera di esserlo.
Tempo fa, in una lezione del corso di specializzazione in Content marketing che sto seguendo con Alessio Beltrami, lui disse una cosa che mi ha colpita:
“Non dobbiamo cercare di nascondere i nostri dialetti o cadenze, sono stati fatti a posta per riconoscerci”.
Niente di più vero, dobbiamo andare fieri di essere chi siamo, a prescindere se proveniamo dal nord o dal sud Italia. Non è la provenienza geografica che ci dovrebbe identificare come professionisti o meno, ma la passione per il nostro lavoro. Per ciò che concerne il lavoro sul nostro territorio o su quello del nord, non ci sono reali differenze se devo dire la verità.
Purtroppo i cialtroni non hanno provenienza geografica. Ho avuto a che fare con un’agenzia dal grande nome di Milano che si è comportata peggio di tanti imprenditori del sud. Così come ho trovato brave persone e imprenditori seri qui al sud. La differenza la fanno le persone e il loro modo di reputare banale il nostro lavoro. Non c’è rispetto a prescindere, non c’è attenzione ma più di tutto – e mi duole dirlo – la differenza di genere è ancora forte. Per ciò che concerne la consapevolezza dell’importanza del digitale a Napoli, posso dire che è una vera e propria lotta quotidiana.
Mi spiace ammetterlo ma siamo tremendamente indietro su questo. Se gli imprenditori napoletani, in alcuni casi eccellenze dell’offline, comprendessero quanto può crescere il loro business con il digitale, potrebbero di gran lunga superare i primati economici di aziende del nord.
- Content creator: 3 qualità da possedere per svolgere questa professione? Cosa invece bisogna dimenticarsi?
Qui sarò breve. Determinazione a volontà, voglia di sacrificarsi, aggiornamento continuo. Il content marketing è una delle specializzazioni più ampie del marketing online, il che non è necessariamente un bene, perché bisogna specializzarsi e rinnovarsi continuamente.
Bisogna dimenticarsi l’ora quando si fanno contenuti. I contenuti sono tutti intorno a noi, parafrasando una famosa pubblicità di una compagnia telefonica. In ogni momento della nostra giornata, creiamo contenuti. Sugarman in The Handbook Copywriting, diceva proprio questo: “quando stai scrivendo e ti viene un blocco, ferma tutto ed esci. Anche se apparentemente non stai lavorando in realtà il tuo cervello sta elaborando ciò che hai in testa”. Ed è vero. Tutte le volte che sono stanca, che non riesco più a scrivere mollo tutto ed esco.
Riprendo il giorno dopo molto più carica. In molti mi prendono in giro, ma fare una vita ordinata, andare a dormire presto, mangiare bene e riposare la mente, per chi fa questo lavoro è assolutamente fondamentale.
- La tua giornata lavorativa tipo: task che rifai quotidianamente?
Inizio alle 8.00 del mattino a lavorare, anche alle 7.30 e vado avanti fino alle 18.00. Con una pausa di un’ora a pranzo. Per quanto è la tastiera del pc la mia migliore alleata, io ho con me un quadernone dove segno ogni giorno almeno 5 task da completare. Bisogna considerare che 5 task sono pari a un’ora e mezza di lavoro ciascuna. A fine giornata devo sempre aver scritto almeno 4 articoli, curato il customer care di un cliente, fatta almeno una consulenza e risolto uno o più problemi che solitamente intervengono nella scaletta sconvolgendola.
Come dicevo prima, dormire bene, mangiare con moderazione e fare sport fanno parte del mio lavoro.
La mente deve essere riposata e il corpo scaricato dallo stress ogni giorno. Chiaramente non sono una macchina e mi avvalgo di due bravissime collaboratrici che rendono le mie giornate più leggere. Se posso leggo e guardo film, mi è molto utile per il lavoro dedicarmi a queste attività. La fantasia anche se c’è, va allenata sempre.
Ogni settimana seguo una lezione della content Academy di Alessio Beltrami. L’aggiornamento fa parte della mia vita lavorativa.
- “Contenuti di qualità”: che cosa significa secondo te questo termine e come lo interpreti quando lo senti dire nei vari eventi, briefing con i clienti, o quando lo leggi in un libro?
Secondo me un po’ si abusa della parola “qualità”, soprattutto perché spesso la si accosta al numero di parole che servono in un articolo. Per me il contenuto di qualità è un testo redatto dopo un’intensa fase di studio. Chiaramente ciò non avviene in ogni articolo che scrivi per lo stesso cliente, perché la bravura di un professionista la si ritrova anche nel modo di ragionare. Si vede quando chi scrive lo fa solo per raggiungere le 800 parole e chi invece dietro ad ogni parola ci ha messo una gocciolina di sudore.
Un contenuto di qualità è dato dalla persona che lo ha scritto. Si può essere bravissimi a scrivere, non fare nemmeno un errore, ma rischiare di far addormentare chi legge dopo la quinta riga. Se rileggi un tuo articolo e non ti capisci, vuol dire che nessun’altro ne sarà capace.
Semplice, chiaro, risolutivo, aggiornato nelle informazioni e comunicativo: per me è questo un contenuto di qualità. Un buon libro per me, ad esempio, è uno che mi rapisce completamente: mi fa dimenticare il tempo che sto occupando, il contesto in cui sono, ma più di tutto mi fa venire voglia di leggere quante più pagine riesco. Un buon libro è uno che non mi fa mai sentire gli occhi stanchi, ma l’anima piena.
Prossimi step lavorativi?
Ho messo in cantiere un progetto tutto mio che darà una ventata d’aria fresca al content marketing. Dedicherò le vacanze estive a questo. Sacrificherò il mare e la tintarella per immergermi nel mio progetto. Ne sentirete parlare a settembre.